Riflettiamo un attimo: le guide turistiche hanno molto più potere delle guide enologiche e gastronomiche. Non solo incontrano molta più gente, ma vendono simpatia e regalano consigli, portano i turisti a fidarsi di loro attraverso la cultura che elargiscono e li orientano nei consumi in un territorio che non conoscono. Eppure il mondo agroalimentare non ha mai dimostrato molta considerazione verso il loro potenziale. Turismo e prodotti tipici costituiscono entrambi le grandi risorse di un territorio nella nostra epoca, ma sono come le due sponde di un fiume che seguono il percorso dell’acqua comunicando appena con i ponti costruiti dall’uomo.
I Narratori del gusto rappresentano uno dei ponti strategici per mettere in comunicazione i due comparti e, in questo ambito, le guide turistiche possono essere considerate gli enzimi più importanti, i catalizzatori naturali di reazioni capaci di portare un territorio a livelli di crescita inimmaginabili. Furono proprio gli esiti del primo corso di analisi sensoriale per guide turistiche organizzato ad Alba a generare l’ipotesi che potesse nascere un movimento capace di unire l’agroalimentare al turismo attraverso tecniche innovative di narrazione.
La grande conferma è venuta da Roma, che si vanta di essere ai primi posti tra le mete turistiche del mondo, dove al Centro Servizi dei Prodotti Tipici e Tradizionali dell’azienda Romana Mercati è stato realizzato un percorso formativo di Brand ambassador per una ventina di guide turistiche. Una tre giorni che ha entusiasmato noi, ma non meno i partecipanti che, al termine, prontamente, hanno dichiarato piena disponibilità a realizzare itinerari tra la gastronomia romana, quella della città e quella della campagna, ritenendo di grande interesse unire l’analisi sensoriale narrativa alla loro tradizionale attività.